"Amori pericolosi" di Maria Teresa Valle


 

È tutto il giorno che non penso ad altro. Una pulsione istintiva, un’urgenza mi spinge a cercarla. È qualche cosa dentro di me e anche fuori di me, che mi guida a lei. Non sapevo la strada eppure sono arrivato. Non sapevo il suo odore eppure l’ho riconosciuta. Non avevo memoria del suo aspetto eppure mi è famigliare. È proprio lei. Non ho dubbi.
Mi avvicino lentamente. Non devo farmi sentire. Non devo farla innervosire. Basta poco. Ha un brutto carattere. E io sono così maldestro a volte!
Devo essere delicato ed efficace. Non devo perdere tempo, ma non devo essere affrettato. Sarà un compito difficile, ma alla fine il piacere sarà così grande che varrà la pena essersi impegnato.
Lei è immobile. Vedo la sua schiena e penso che comincerò da lì. Sì, comincerò dalla schiena.
Mi avvicino, piano. Sono sicuro che lei mi ha sentito, ma fa finta di niente, o forse dorme.
La accarezzo sul dorso lentamente. Delicatamente. Delle carezze leggere che sono piccoli colpi. Come se bussassi.
“Ci sei?” Le dico “Mi senti?”
Resta immobile e io capisco che le piace. Non si ribella. Non mi manda via. Forse sente con quanto desiderio mi avvicino. Forse anche lei ha la stessa identica voglia e, immobile, aspetta che la possegga, che passi il mio fluido di vita nel suo corpo.
Allora mi faccio audace e cerco con decisione di compiere questo atto d’amore. La cingo, la tengo stretta e la penetro.
Lascio che il fluido compia il suo viaggio, da me a lei, che la inondi e le scorra dentro, mentre un oblio del tempo e dello spazio mi offusca la coscienza. Un appannamento mi oscura la vista e un torpore colpisce le mie membra.
Mentre sto per allontanarmi dal suo corpo sento una piccola puntura.
Forse non sono stato abbastanza rapido a lasciarla. Ho perso un po’ di tempo, non mi sembrava grlmn… blumnscpl…
La femmina aspetta il tempo necessario perché il veleno faccia effetto e poi con mossa rapida succhia il corpo del maschio che si è liquefatto dentro il suo involucro.
Non è un caso che questa specie di ragni sia conosciuta con il nome di “Vedova nera”.


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